Problemimmo acquista Immobili in comunione, anche i più piccole
Trovare un acquirente per delle quote indivise non è affatto impossibile. A condizione però che si ricorra a un acquirente capace di assorbire la complessità umana, giuridica e patrimoniale che caratterizza queste situazioni.
ProblemImmo compra quote indivise, anche quando il dialogo tra i coeredi è interrotto, anche quando il caso sembra inestricabile.
ProblemImmo è la soluzione che il mercato tradizionale non può offrire
L’uomo in rosa trasforma situazioni umane tese in opportunità di uscita serena, sia per i coeredi che per coloro che li assistono.
Spesso tutto inizia con una chiamata di un notaio, di un amministratore condominiale, di un mandatario o di un agente immobiliare. Un bene bloccato, un’indivisione congelata, coeredi in conflitto, spese che si accumulano, e la sensazione di impasse. Il bene non si vende, si degrada. Nessuno sa come uscirne. Allora questi professionisti — che conosco bene — mi inviano il dossier. Lo studio, ascolto, analizzo. E se posso acquisire, acquisisco.
Un bene in indivisione è molto difficile da vendere con i canali tradizionali. Appena c’è disaccordo, coerede irreperibile, successione non definita o un avente diritto che si rifiuta di collaborare, la vendita diventa giuridicamente complessa, umanamente delicata, e spesso economicamente sfavorevole. È proprio lì che ProblemImmo interviene.
Acquistiamo anche quando l’indivisione sembra bloccata
Compriamo questi beni anche quando l’indivisione è bloccata, anche quando la successione non è definita, o quando i coeredi non riescono a mettersi d’accordo. Abituati a queste situazioni, offriamo una soluzione chiara, legale e rapida, senza promesse irrealistiche.
Lavoriamo a favore dei proprietari o aventi diritto sopraffatti dalla complessità giuridica e/o desiderosi di voltare pagina senza intraprendere un contenzioso ulteriore.
Collaboriamo con :
I notai, di fronte a successioni bloccate, con coeredi in conflitto, assenti o riluttanti a collaborare.
I mandatari giudiziari, incaricati della liquidazione di un patrimonio indiviso senza via d’uscita apparente.
Gli amministratori condominiali, ostacolati nella gestione di un immobile per via di una proprietà indivisa abbandonata o con spese non pagate ;
Gli agenti immobiliari, impotenti davanti a coeredi che rifiutano di firmare o sbloccare la vendita.
I commissari di giustizia, impegnati in casi litigiosi dove una decisione giudiziaria non basta più per far avanzare la situazione.
Siamo esperti della procedura
La nostra forza non è solo nella capacità di comprare una quota o un immobile indiviso “così com’è”, ma anche nella nostra profonda conoscenza della procedura, del mercato immobiliare e delle questioni umane alla base dei blocchi.
Possiamo intervenire fin dall’apparire di un disaccordo, oppure in appoggio a una maggioranza di coeredi disposti a vendere.
Sappiamo come uscire da un’indivisione conflittuale, oppure come aggirare un blocco tramite vie giudiziarie.
Possiamo acquistare i diritti di un solo coerede, oppure proporre un’offerta complessiva all’intera comunità degli indivisi.
Agiamo con metodo, ma anche con diplomazia. E quando possibile, facilitando un accordo che tuteli l’interesse di tutti.
Che cos’è l’indivisione?
L’indivisione è la situazione in cui più persone esercitano diritti della stessa natura su uno stesso bene. Tali persone sono dette indivisi. I beni in questione si chiamano beni indivisi. Ogni coerede detiene una quota del bene (la cosiddetta quota-parte) ma nessuno di loro possiede un diritto esclusivo su una parte specifica del bene, che viene quindi gestito collettivamente.
Come funziona l’indivisione?
Alcune indivisioni sono di tipo convenzionale: sono amministrate tramite una convenzione di indivisione. Le convenzioni di indivisione si applicano soprattutto a indivisioni volontarie, come per :
- Acquisti fatti insieme da persone non legate da parentela.
- Acquisti fatti insieme da coppie in PACS o conviventi.
- Acquisti fatti insieme da coppie sposate con regime di separazione dei beni.
- Casi di divorzio quando gli ex coniugi, sposati in regime di comunione dei beni, decidono di conservare insieme un bene.
- Casi di scioglimento di una società.
Quando non esiste una convenzione, l’indivisione è regolata dagli articoli 815 e seguenti del Codice civile che disciplinano il regime legale dell’indivisione.
Perché un bene in indivisione è difficile da gestire?
L’indivisione può sembrare semplice sulla carta: più persone condividono la proprietà di un bene, ciascuno detiene una quota. Ma nella realtà, questa situazione diventa molto presto un rompicapo giuridico, umano e patrimoniale.
La difficoltà principale deriva dalla governance collettiva: nessun coerede può decidere da solo su azioni significative, fatta eccezione per quegli interventi necessari a preservare l’integrità del bene (per esempio la riparazione del tetto).
Questo modo di gestione, percepito da alcuni come una restrizione della libertà d’azione, può portare rapidamente a blocchi.
Infatti, le decisioni importanti richiedono il consenso di una maggioranza qualificata, o addirittura l’unanimità. Ora, quando i coeredi hanno interessi divergenti o livelli di coinvolgimento diversi, diventa difficile trovare un accordo. Questa mancanza di reattività può ritardare o impedire lavori essenziali, bloccare investimenti o frenare ogni evoluzione utile. Col tempo, questa inerzia compromette la manutenzione del bene, che rischia di deteriorarsi, o addirittura perdere valore.
Prendiamo l’esempio di questo appartamento ereditato da tre fratelli.
Due volevano venderlo, mentre il terzo rifiutava di separarsene per motivi personali. Risultato : nessuna decisione può essere presa, l’immobile resta vuoto, si deteriora e nessuno dei tre percepisce il minimo reddito.
Perché la vendita di un bene indiviso è così complicata?
La vendita di un bene in indivisione segue un quadro giuridico rigoroso: normalmente, serve il consenso di tutti i coeredi per ogni atto di alienazione, conformemente all’articolo 815-3 del Codice civile.
Tuttavia, la legge del 12 maggio 2009 (articolo 815-5-1) ha attenuato questa esigenza. Se i coeredi disposti a vendere detengono almeno due terzi dei diritti indivisi, possono chiedere al giudice l’autorizzazione per vendere il bene.
Alternative regolamentate per superare i blocchi
I venditori otterranno ragione se il giudice considera che :
- il rifiuto di vendere da parte dei coeredi non venditori è illegittimo oppure.
- che il rifiuto di vendere arreca danno all’indivisione (per esempio l’immobile è in pericolo per mancanza di manutenzione).
Un esempio di un caso giudiziario presso il Tribunale giudiziario di Parigi nel 2022: un coerede bloccava la vendita di un immobile, minacciando così l’interesse comune. Il tribunale ha autorizzato la vendita senza l’accordo del coerede recalcitrante, applicando l’articolo 815-5 del Codice civile, ritenendo che il mantenimento dell’indivisione facesse perdere valore al bene.
Le eccezioni alla regola dei due terzi
Il requisito del possesso di due terzi dei diritti da parte dei venditori non è obbligatorio quando :
- c’è una necessità importante, urgenza o quando le circostanze rendono l’indivisione intollerabile (conflitti seri tra coeredi, impossibilità di gestire adeguatamente il bene).
- uno degli indivisi è presunto assente, è lontano, o è soggetto a tutela o curatela.
In mancanza di una di queste situazioni, solo una divisione giudiziaria può avere una chance di riuscita. Ciò comporta rivolgersi al tribunale giudiziario e, in molti casi, vendere il bene tramite licitazione, con il rischio che la transazione non sia favorevole ai venditori.
Come uscire più facilmente dall’indivisione?
Un coerede può benissimo vendere solo le sue quote indivise, sia agli altri coeredi sia a un terzo.
Questa possibilità, regolata in particolare dall’articolo 815-14 del Codice civile, presenta molti vantaggi. È relativamente semplice da mettere in atto anche se è richiesto un certo formalismo. Serve anche a consentire ai coeredi di esercitare il diritto di prelazione.
Vendere le proprie quote indivise resta il modo più semplice e rapido di uscire da un’indivisione, soprattutto quando diventa umanamente difficile da gestire.
Ma soprattutto, questo procedimento ristabilisce un diritto fondamentale: quello di disporre liberamente dei propri beni.
Trovare un acquirente per quote indivise: un rompicapo
Non è facile trovare, nel mercato tradizionale, un acquirente disposto ad acquistare quote indivise. A differenza di una vendita immobiliare classica, l’acquirente non diventerà pienamente proprietario del bene, ma solo di una quota astratta, senza diritto esclusivo su una parte specifica.
Inoltre, entrare in una indivisione già costituita implica inserirsi in una relazione complessa, a volte conflittuale. Il nuovo arrivato dovrà fare i conti con decisioni collettive, le regole proprie dell’indivisione, e qualche volta con vecchie liti tra coeredi. Questa prospettiva può scoraggiare gli acquirenti, perché limita la loro autonomia e moltiplica le incertezze.
Tutto ciò riduce fortemente l’attrattiva del bene sul mercato tradizionale, e spiega perché la cessione di quote indivise si scontri spesso con una carenza di acquirenti — salvo che non si applichi uno sconto importante.
Questo mercato, divenuto quasi invisibile, è effettivamente riservato ad alcuni professionisti molto specializzati.
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